Periodicamente sale all’onore delle cronache qualche allarme perché sono state ritrovate sostanze chimiche dannose nel latte di donne che allattano.

A seconda del momento, si parla – o si è parlato – di diossina, ftalati, mercurio, bisfenolo A, pesticidi, PCB (policlorobifenili, un gruppo di composti drammaticamente  molto diffusi in passato  e considerati da decenni tra gli inquinanti più pericolosi sia per l’uomo che per l’ambiente) .

Perché si trovano questi composti nel latte materno?

Durante la nostra vita, purtroppo noi accumuliamo molte sostanze inquinanti o metalli pesanti, per via dell’inquinamento dell’ambiente e del cibo che mangiamo. Il corpo non riesce a smaltirle attraverso le vie “ordinarie” (digestione, evacuazione, espirazione, eccetera), e si vanno a depositare in particolare nella nostra riserva di grassi. Dato che questo meccanismo funziona nello stesso modo per tutti gli animali, nelle specie che sono in cima alla catena alimentare (come l’uomo), il rischio di assunzione aumenta esponenzialmente perché si assimilano dal cibo in particolare di origine animale e del suo grasso, gli inquinanti che anche l’animale ha accumulato nella sua vita. Quando la futura mamma inizia la gravidanza, e anche in allattamento, parte del grasso corporeo viene smobilitato, e quindi oltre alle sostanze tossiche alle quali quotidianamente entra in contatto, si aggiungono anche quelle dei suoi depositi.

Questo però non deve disincentivare le mamme ad allattare! Infatti, è stato dimostrato che i vantaggi dell’allattamento non solo superano di gran lunga gli svantaggi della contaminazione da inquinanti, ma anzi, proprio grazie alla composizione del latte materno e alla presenza di una lunga lista di fattori in esso contenuti, allattare aiuta il bambino a proteggersi dall’effetto dell’esposizione a tali elementi dannosi.

Non va poi dimenticato che ovviamente neanche i latti di formula sono esenti da contaminazioni, dovute non solo al fatto che anche le mucche vivono sullo stesso nostro Pianeta e risentono degli stessi effetti dell’inquinamento su di noi, ma che nel processo industriale sono possibili passaggi di sostanze indesiderate o errori di produzione, come accade purtroppo periodicamente!

Alcune sostanze poi, come il piombo, sono state trovate in quantità inferiori nel latte materno, rispetto ai latti di formula per lattanti. E lo stile di vita ed alimentare della mamma può aiutare molto a diminuire la quantità di metalli pesanti nel suo sangue e quindi nel latte (per esempio, non fumare e consumare pesce con attenzione al tipo e alla provenienza).

C’è poi far presente che il momento più importante per l’esposizione (o la protezione) del bambino dagli inquinanti, è prima dell’allattamento, e cioè prima e durante la gravidanza. Infatti, è in utero, nei mesi in cui il feto forma i suoi organi e il suo corpo, che egli assorbe le sostanze nocive da quanto la mamma ha accumulato durante tutta la sua vita precedente (con uno svantaggio ulteriore quindi per i primogeniti). Per questo motivo il famoso medico ostetrico Michel Odent, ha sviluppato un “metodo di decontaminazione” che a suo parere le donne dovrebbero fare *prima* della loro prima gravidanza, per abbattere la quantità di inquinanti per il loro primo figlio.

La salute di tutti noi dipende da ciò che respiriamo, mangiamo, e con cui entriamo in contatto. Il problema dell’inquinamento del latte materno dovrebbe essere considerato come la cartina tornasole di un fenomeno globale e sotto gli occhi di tutti, dei danni che attraverso la Terra stiamo facendo a noi stessi e non solo. Se si ragionasse in termini politici e collettivi per abbattere l’inquinamento, semplicemente anche i bambini, allattati e non, ne gioverebbero.

Invece quello che spesso succede è che i media riportino a caratteri enormi il titolone “TROVATA LA DIOSSINA NEL LATTE MATERNO”, senza dire altro, e così spaventando le donne e rischiando seriamente di disincentivarle ad allattare!

Per questo motivo è stata lanciata una campagna, dal titolo DIFENDIAMO IL LATTE MATERNO, con lo scopo di “INFORMARE E SENSIBILIZZARE genitori, personale sanitario, rappresentanti politici, associazioni democratiche e movimenti per i diritti dei cittadini sull’importanza dell’allattamento al seno e sui possibili modi per prevenire o ridurre la sua contaminazione, a livello individuale e collettivo, anche tramite adeguati stili di vita e di alimentazione” (http://difesalattematerno.wordpress.com/).

Gli intenti della campagna sono sacrosanti, anche se io sono un pò preoccupata e spero che i giornali e le TV riportino correttamente il suo spirito, e non si fermino all’allarme che fa tanto share!  Purtroppo spesso si fa prima a fermarsi al problema, che impegnarsi a risolverlo! E sicuramente questo è uno di quei casi, dato che per diminuire l’inquinamento, ci vuole l’impegno di tutti, dalle singole famiglie ai governi!

Ma cosa può fare oggi concretamente una mamma che allatta o sta per prepararsi a farlo?

Certamente il vostro stile di vita può fare una differenza importante per voi e i vostri figli, e per l’ambiente. Vi offro quindi due decaloghi ad hoc:

Come minimizzare i rischi di contaminazione durante la gravidanza e l'allattamento

1. Lavare bene la frutta e la verdura per eliminare il pericolo di residui di pesticidi sulla buccia o sulla pelle;

2. Limitare il consumo dei latticini tenendo presente che minore è il contenuto di grasso nel latte e minore è il carico potenziale di contaminanti liposolubili;

3. Diminuire il consumo di carni rosse, eliminando con cura il grasso in eccesso che contiene contaminanti;

4. Eliminare la pelle e il grasso in eccesso dal pollame;

5. Evitare di mangiare pesci d'acqua dolce e altri animali marini che provengano da acque riconosciute come inquinate per evitare i PCB e il mercurio in particolare;

6. Preferire i cibi che sono in una posizione il più in basso possibile della catena alimentare, per esempio, cereali piuttosto che carne bovina o di altri animali che siano stati alimentati con i cereali;

7. Evitare diete dimagranti eccessive e d'urto che immettano nel sangue all'improvviso maggiori quantità di fattori inquinanti liposolubili, come i PCB;

8. Evitare di fumare sigarette e di bere alcool poiché i livelli dei fattori inquinanti più elevati sono stati rilevati nelle persone che fumano e bevono alcoolici;

9. Limitare l'uso di pesticidi in casa, nel giardino e sull'erba poiché sono associati all'aumento dei livelli di DDT nel latte materno; eliminare i contenitori dei pesticidi poiché sono fonti possibili di contaminazione diretta per i bambini curiosi;

10. Non utilizzare cosmetici realizzati con materie prime contaminate, come per esempio la lanolina ricavata dal grasso della lana di pecore trattate con pesticidi persistenti; utilizzare soltanto lanolina di qualità medica per la terapia dei capezzoli dolenti o delle ragadi durante l'allattamento;

11. Evitare il contatto con il fumo e la cenere degli inceneritori, il legno conservato, gli ortaggi cresciuti nelle vicinanze degli inceneritori; le scorie degli inceneritori contengono quasi tutta la gamma completa delle sostanze tossiche e delle tossine industriali, compresi i metalli pesanti;

12. Evitare il contatto sul lavoro con agenti chimici inquinanti; pretendere che sul lavoro siano fissati livelli di sicurezza che considerino le donne gravide e allattanti come i modelli di riferimento.

(tratto da: http://www.lllitalia.org/index.php?option=com_content&task=view&id=38&Itemid=36 )

Consigli alle mamme

1. Adotta stili alimentari e di vita salutari, che possano prevenire o ridurre la contaminazione da diossina ed altri inquinanti:

2. Consuma cibi biologici, prodotti lontano da siti industriali, discariche e inceneritori.

3. Limita il consumo di carni, pesce, uova, latte, (essendo all’apice della catena alimentare, sono i più contaminati) ed elimina con cura il grasso della carne.

4. Preferisci carni e uova biologiche, allevati lontano da inceneritori, cementifici, industrie metallurgiche, acciaierie ed insediamenti industriali in genere.

5. Preferisci pesci piccoli (quelli più grandi sono all’apice della catena alimentare), in particolare il pesce azzurro (ricco di sostanze benefiche per la salute della donna in gravidanza e del feto).

6. Preferisci frutta e verdura biologica. Se non è possibile, lava bene e togli la buccia.

7. Evita bruschi cambiamenti di peso, come ingrassare troppo durante la gravidanza e diete dimagranti dopo il parto, che immettano nel sangue all’improvviso maggiori quantità di fattori inquinanti liposolubili, come i PCB.

8. Evita di fumare sigarette e di bere alcool poiché i livelli dei fattori inquinanti più elevati sono stati rilevati nelle persone che fumano.

9. Evita l’uso di pesticidi (insetticidi, diserbanti, fungicidi, ecc.) e di sostanze chimiche in generale, in casa, nel giardino e sull’erba.

10. Non utilizzare cosmetici realizzati con materie prime contaminate. Per lenire eventualmente capezzoli dolenti o il dolore da ragadi durante l’allattamento, utilizza soltanto lanolina di qualità medica.

11. Fai attenzione ai prodotti che si utilizzano per la pulizia della casa, il bucato, l’igiene personale: ricorda che aceto, bicarbonato, acido citrico, sapone naturale  ecc. possono evitare grandemente  l’utilizzo di prodotti chimici.

(tratto da: http://www.genitorichannel.it/i-figli-crescono/primo-anno-di-vita-e-allattamento/difendiamolo-il-latte-materno-dallinquinamento.html)

Se vi interessa altro sull’argomento, ecco alcuni articoli utili:

http://www.lllitalia.org/index.php?option=com_content&task=view&id=38&Itemid=36

http://difesalattematerno.wordpress.com/per-approfondire/

http://www.ibfanitalia.org/Documenti/FAQ_contaminantiLM.pdf

Ricordate: allattare è sempre la scelta giusta anche e soprattutto  in un mondo inquinato!

Martina Carabetta, IBCLC

www.latteecoccole.it

 

 

 

 

Ritratto di Martina Carabetta

Posted by Martina Carabetta

Martina Carabetta, mamma di due ragazzi ormai ex-adolescenti, ed IBCLC (International Board Certified Lactation Consultant), cioè Consulente Professionale in Allattamento Materno, da quasi 20 anni aiuto le mamme in allattamento a Roma (e non solo!).