L’Associazione nasce da un gruppo di madri adottive che hanno partecipato agli incontri organizzati dal Servizio Sociale Territoriale dei comuni di San Miniato e Santa Croce sull’Arno.

Abbiamo poi sentito il bisogno di costituirci legalmente per essere più visibili sul territorio perché vogliamo portare avanti progetti in collaborazione con enti, istituzioni, associazioni e professionisti che si occupano di adozione, famiglia e genitorialità.
Del gruppo iniziale fanno parte madri residenti nel territorio dell’Azienda ASL 11 che comprende vari comuni tra le province di Firenze e Pisa. Le due principali zone di riferimento sono Empoli e San Miniato – Santa Croce.
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Le socie fondatrici intendono proseguire il cammino intrapreso con i servizi creando una rete di famiglie adottive e affidatarie, che si occupi prevalentemente del percorso post-adottivo, poiché si è constatato che c’è molta informazione e formazione pre-adottiva ma dopo il raggiungimento della genitorialità tanto desiderata, le iniziative di sostegno e aiuto reciproco si fanno più sporadiche e occasionali.

La “Casa di Hippa e Lella” Centro di ascolto e sostegno all’adozione è un’associazione culturale di promozione sociale costituita ad Empoli il 12 marzo 2010. L’Associazione ha sede in Via Tosco Romagnola Est 530 a San Miniato Basso.

L’associazione denominata “La Casa di Hippa e Lella” è formata da un gruppo di donne che volontariamente danno il loro contributo di esperienza e di vissuto, organizzando presso la propria sede, incontri durante i quali ognuno può portare e condividere liberamente la propria storia confrontandosi con le altre.

Nel panorama del mondo dell’adozione si parla sempre di coppia, ma in questa esperienza genitoriale “diversa”, la maternità si trova ad affrontare in prima linea difficili e delicate situazioni e a convivere e contenere sentimenti ed emozioni che possono lacerare il cuore di una mamma.

Tutto questo è spesso doloroso e a volte vorremmo non considerarlo, ma l’accettazione e la conoscenza profonda della storia dei nostri figli è la condizione effettiva per dare loro la libertà e la sicurezza per poter affrontare serenamente il futuro , in un reciproco dono di amore libero da schemi e incomprensioni.

Obiettivi e finalità

Le finalità che hanno portato alla costituzione dell’associazione sono le seguenti:

• Sostegno alle madri adottive
• Incontri di formazione e informazione sulle tematiche post-adozione con l’apporto di esperti. Gli argomenti da affrontare verranno raccolti tra gli iscritti perché la finalità ultima di questo gruppo è rispondere alle domande portate dalle madri.
• Creazione di una rete tra le famiglie adottive, residenti in un comprensorio per facilitare la conoscenza, sostenere i singoli componenti e migliorare così il benessere di tutti i protagonisti, primi fra tutti i minori adottati.
• Promozione e sensibilizzazione verso l’esterno circa l’importanza dell’istituto dell’adozione e dell’affido anche mediante convegni, conferenze o incontri aperti a tutti.

Hippa e Lella sono le protagoniste di un bellissimo racconto tratto dal libro “Scuola e Adozione” a cura di Marco Chistolini.

La piccola gazzella Lella si chiedeva spesso perché avesse per genitori due ippopotami.
La sua amica più grande Raffa era una giraffa e aveva per genitori due giraffe; Fantino, l’elefante, aveva per genitori due elefanti e così anche gli altri cuccioli della savana che lei conosceva.

Quando mamma Hippa giocava con lei, Lella era contenta, ma quando doveva ubbidirle oppure doveva fare il bagno, che a lei non piaceva, la gazzella pensava che due genitori gazzelle non l’avrebbero tormentata così, per esempio con la pulizia.

- Voglio trovare chi mi ha fatto nascere – pensò Lella e si allontanò dal fiume.
- Sei tu mia madre? – chiese alla prima gazzella che incontrò.
- Mi dispiace, non sono io – rispose quella.
- Sei tu mia madre? – domandò ad una gazzella che puliva con la lingua il suo piccolo, chiaramente infastidito dal bagno materno.
- Non ti conosco, cara, prova a chiedere alle anziane del branco – disse questa, gentilmente.
- Gentili signore, scusate il disturbo, non sapete niente di un cucciolo disperso? – le interrogò Lella.
- Sei una bella gazzella, ben educata e col pelo lucido, ci piacerebbe poterti aiutare, ma non abbiamo notizie di qualcuno che abbia rinunciato a un cucciolo – rispose la gazzella più anziana.

La ricerca era stata inutile e intanto era giunta la notte. Lella si sentiva sola e sperduta nella boscaglia. Udì cantare mamma elefante, si fermò ad ascoltare il ruggito severo di papà leone dietro al suo cucciolo, che non voleva dormire, e le mancò tanto l’abbraccio di sua madre Hippa, l’ippopotama più morbida del fiume.

Ad un certo punto qualcuno gridò il suo nome:
- Lella dove sei? Sono il papà!
Poi riconobbe la voce angosciata della mamma:
- Lella, Lella!
Ma non erano solo i suoi genitori a cercarla. Ecco le voci dei suoi nonni, dei suoi zii e dei cugini.

Infine udì anche la sua amica Raffa:
- Per carità, Lella, se ci senti, rispondici!
Lella andò loro incontro con il cuore pieno di gioia:
- Non lo faccio più. Mi mancavate tanto!
La sua amica giraffina la guardò severamente:
- Eravamo tutti in pena per te. Io credevo di aver perso un’amica!
Lella guardò la madre e vide la preoccupazione nei suoi occhi.
- Mamma, quando devo ubbidirti, non mi piace e mi viene in mente che non sono stata nella tua pancia – disse Lella, abbracciando Hippa.
- Tutti i cuccioli devono ubbidire ai loro genitori, sia che siano stati nella pancia, sia che siano stati nel cuore – rispose Hippa con dolcezza.
- Ma io sono diversa – frignò la piccola gazzella.
- Guardati intorno, nella savana siamo tutti di specie diverse – ribattè la sua amica Raffa.
- Tu non capisci! Non intendevo solo questo! – brontolò Lella.

A questo punto la giraffina Raffa spiegò tutto d’un fiato: “Conosci ancora poco questo ambiente in cui viviamo. La savana è un posto bello ma anche difficile.

Ci sono mamme che non hanno ricevuto sufficienti cure quando (erano piccole) perciò sono cresciute deboli, qualche volta, quando si trovano sole e senza aiuto di nessuno, possono non farcela e rinunciare ad occuparsi dei loro piccoli.
Tu non sei l’unica ad essere stata adottata, siamo in tanti, sai! Anch’io sono stata trovata dieci mesi fa vicino ad un cespuglio. Mia madre adottiva è una giraffa, ma io non sono nata dalla sua pancia.

Anch’io penso qualche volta all’altra mamma che mi ha fatto, però adesso vivo con questi genitori che sono gli unici che ho, che mi vogliono tanto bene e che mi aiutano a crescere, proprio come fanno il tuo papà e la tua mamma ippopotami con te.

Lella, che se ne stava mortificata con gli occhi pieni di lacrime, disse:
- Vorrei essere un’ippopotamina!

Allora Hippa guardò la figlia con tenerezza:
- Tesoro mio, ti capisco! So che non è facile vivere con degli ippopotami che se ne stanno tanto tempo immersi nell’acqua; e poi ti confesso che qualche volta, quando ti vedo correre nella savana, anche a me piacerebbe essere una gazzella agile e veloce come te. Poi penso che con la nostra forza io e papà possiamo proteggerti meglio e sono contenta di essere come sono. Anche tu devi essere contenta dei doni speciali che ti ha fatto la natura. È importante come siamo fatti, ma ciò che conta di più è che ci siamo incontrati e voluti bene.

- Ho capito tante cose in una sola notte. Adesso, però sono stanca. Andiamo a dormire! Mamma, papà, nonni, amici miei, grazie per essermi venuti a cercare. Vi voglio anch’io tanto bene.
Lella salì sulla groppa di Hippa e si addormentò prima di raggiungere la sua casa presso il fiume.

Nota: Via Tosco Romagnola Est,530- 56028 SAN MINIATO BASSO(PI)
Tel. 333-1940639

Ritratto di Redazione

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